Discutendo con un piccolo editore del settore libri di narrativa e saggistica è emerso che una buona parte dei libri che leggiamo non sono scritti dagli autori riportati in copertina. Di molti nomi si vocifera da tempo e sono notissimi, ma ce ne sono di insospettabili. E’ un fenomeno storico, ma la quota però cresce in modo costante insieme al dato di progetti editoriali come quello di Elena Ferrante, pseudonimo dietro al quale non si sa chi ci sia.
E’ un dato sorprendente anche per me che ho steso diversi testi di management e organizzazione per conto di società e professionisti che hanno usato il libro come strumento e contenuto di comunicazione.
In questo caso, nelle collane di libri di impresa, ci sono ottimi motivi per farsi scrivere un libro da un ghost writer: spesso ha doti narrative maggiori, spesso è più legato alla forma, allo stile, che ai contenuti, spesso l’autore sulla copertina è un professionista, un manager, uno stilista, un personaggio affermato, grande comunicatore, ma scrivere un libro, seguire una traccia narrativa, capire come viene percepito da chi legge – cosa diversa da chi ascolta – è una dote diversa.
Poiché lo story telling aziendale come genere si è affermato, il libro scritto a quattro mani, da un autore specializzato e dall’imprenditore e fondatore di un’attività è stato sdoganato ed è a tutti noto.
Ma perché un romanziere, un autore di narrativa, un personaggio televisivo dovrebbe fare il “venditore” del libro in modo migliore rispetto a chi l’ha scritto? Perché secondo gli editori l’autore sconosciuto o magari poco televideofotowebgenico sarebbe inadatto a firmare il suo libro? Forse perché serve lo scrittore ideale per il libro ideale e il lettore ideale e se non corrisponde a ciò che già c’è bisogna inventarlo.
Se ci pensiamo bene anche quando definiamo un prodotto o un servizio ideale, stiamo parlando di qualcosa che non esiste e che non deve esistere perché deve costantemente tendere all’ideale. Il costo ideale, il prezzo ideale, le caratteristiche ideali, le prestazioni, il design, i requisiti e il valore ideale.
L’unico modo per mantenere un mercato e raccogliere continuamente i dati per confrontare il reale dall’ideale. Ed è là, dove c’è differenza, che ci sono opportunità di mercato!