Gli ambulanti erano già smart working quando il computer non c’era ancora

Ambulanti

FOTO Un tuffo nel passato nell’era dell’e-commerce

Da qualche settimana ho ripreso a girare l’Italia per il mio lavoro, quello del consulente uncoachable, come mi chiama una coach mia collega, e oggi il mio cliente è a Correggio, in provincia di Reggio Emilia.

Passeggiando questa mattina per il mercato in strada, mi sono soffermato ad ammirare queste bancarelle enormi, altissime, con i vestiti appesi, negozi aperti con le ruote sotto, con ceste sulle quali si avventano e nelle quali rovistano le clienti, con i nomi di marca dei prodotti French sounding come usava un paio di decenni fa: les folies d’Evelyn, la boutique di Monique, e via dicendo.

Un tuffo nel passato nell’era dell’e-commerce: gli ambulanti che fanno i mercati, che girano l’Italia e che molto sanno dello stato d’animo della massa, dell’Italia profonda forse anche più della Casaleggio & Associati, perché ti guardano egli occhi e subito capiscono chi sei e cosa vuoi.

Zingari che non si chiuderebbero mai tra quattro mura, dietro a una scrivania, con un cartellino da timbrare: gente che è sempre stata smart working anche senza computer, insomma.

Il consulente zingaro riparte venerdì sera per Fucecchio e passeggiando verso la trattoria toscana con un conoscente di lì, guarderò, col naso all’insù la parte alta del borgo e penserò a Montanelli e alla sua famiglia che fece di tutto per farlo nascere “insuese” e non “ingiuese”.

Poi proseguirò per Roma e settimana prossima a Torino: guai a fermarsi, l’INPS ha detto che a gennaio il numero di pensionati ha superato quello di chi versa contributi, c’è da rimboccarsi le maniche e recuperare il tempo perso.

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