Il mercato elettorale (Biden vs Trump) come modello di segmentazione

Come avevo “ipotizzato” nel mio pezzo del 29 luglio 2020, la piattaforma di Biden prevedeva di avere come target del suo mercato elettorale gli stessi elettori di Barack Obama e lo si vedeva bene dalla comunicazione, se volete rileggervi il mio pezzo.

https://gianluigimelesi.com/2020/07/29/scrivo-build-back-better-e-leggi-barack-is-back/

In effetti il confronto tra i risultati le elezioni del 2012 e quelle del 2020 fa apparire quest’ultimo come in pratica la fotocopia perfetta, fatto salvo per la Florida e la Georgia, dove comunque i margini di differenza sono qualche migliaio di voti. Biden ha portato a casa anche qualche Stato in più, Arizona e Colorado e uno in meno Ohio.

Il mercato elettorale USA è proprio come il mercato dei nostri prodotti, dei nostri servizi e della nostra offerta ai potenziali clienti: non è uno solo indistinto, ma sono molti mercati a seconda di come si analizzano e proprio lo stesso modo con cui li suddividiamo, li sezioniamo e li disaggreghiamo evidenziando le differenze dei nostri clienti, i quali spesso sono concorrenti tra loro e quindi per strategia devono differenziarsi e non possono essere uniformi e omologati, si rivela giusto o sbagliato misurando i risultati a consuntivo.

In ognuno degli Stati elettori, gli strateghi elettorali della coalizione costruita da Biden hanno ipotizzato gruppi omogenei di elettori (clienti), i loro bisogni espressi e inespressi (economia, pandemia, sanità), l’offerta concorrente (Trump) disponibile, e tanti, tantissimi dati anagrafici e psicografici.

Al netto del traino che il partito (D) o (R) garantisce al candidato, (che nel caso delle aziende e dei mercato di prodotti e servizi sono i clienti affezionati, storici, fedeli, che si identificano con il marchio o il prodotto o l’azienda proprio come tifosi) in virtù del quale il candidato democratico ha partita facile in California o a NY, esistono Stati e bacini elettorali (Midwest, Stati industriali), ma anche altri, la Georgia, per esempio, ma anche la Pennsylvania, in cui la partita vera si è concentrata.

Trump ha vinto la partita negli stati ispanici (Texas e Florida su tutti, molto popolosi,m quasi un terzo dei grandi elettori di Trump) il che sembra una contraddizione vista la costruzione del muro anti immigrati. Ma Biden l’ha vinta negli Stati industriali più contesi, in maniera molto netta, ed emerge dalle analisi del voto che è stato l’elettorato bianco tradizionalista ad averlo premiato.

Sono diversi i motivi per i quali Biden ha convinto questi elettori, ma forse l’errore di Trump è stato di attaccare quando fino a 10 mesi dalle elezioni era in netto vantaggio (ha aumentato di 4 milioni i voti che lo hanno già eletto nel 2016!) conducendo una campagna aggressiva e all’attacco come se lo sfidante fosse lui! E se avessimo avuto dubbi, Biden ce li ha tolti tutti: il vecchio senatore, vecchio volpone della politica, avendo compreso l’errore, ha subito precisato che non si sarebbe ricandidato, quasi fosse lui il Presidente uscente e quasi fosse lui il candidato tipo dei Repubblicani liberal e moderati. E gli elettori l’hanno premiato.

Vi ricorda qualcosa questa strategia di mercato?

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