Le voci di Wikipedia, il volontariato, il web libero e la meritocrazia: quando non è nei palazzi della Casta ma nel web che non funzionano le cose.

http://wikimedia.7.x6.nabble.com/Re-Wikipedia-td5001308.html

A giudicare da come vengono scritte le voci su questa Wikipedia a occuparsi di questa enciclopedia non sono proprio persone che abbiano conoscenza delle fonti e soprattutto la padronanza della materia.  Il volontariato su cui è basato il sito è un’ottima idea, però ci vorrebbe un minimo di qualifica per poter apportare contributi, altrimenti diventa il festival del dilettante e soprattutto la solita cosa italiota per cui chi ha le competenze e conosce professionalmente tre lingue è disoccupato anche perché qualcun altro offre gratis una serie di porcate on line.

Inoltre c’è anche un problema aggiuntivo dovuto ai commenti (che come si sa sono opinabili), oltre ai dati oggettivi di cui il “lemma”
dell’enciclopedia è infarcito.
Ho letto strafalcioni dovuti anche a una certa inclinazione politica superficialotta per esempio scrivere “anche se è una monarchia, quel Paese scandinavo è più avanzato in tema di diritti civili” è ovvio anche agli idioti che la forma di Stato, Repubblica o Monarchia, non ha niente a che vedere con la democrazia o meno, ci sono Repubbliche dittatoriali e monarchie dove la democrazia moderna stessa è nata in Inghilterra, come si sa.

Forse però la domanda è: di giurisprudenza può scrivere qualcuno che non sa cosa sia la forma di Stato?
Su Wikipedia c’è anche uno strisciante percorso di una visione complottista tipica di questo momento storico e politico sul web, forse importata dalla classica mania di persecuzione tipica dell’italiota medio.

O, ancora, vi si ritrovano miti diffusi cui non corrispondono assolutamente evidenze scientifiche. Se sono opinioni, o commenti sotto forma di voce enciclopedica a questo punto non è che uno possa “correggere”, perché le opinioni sono opinioni. Certo anche la mia vicina di casa, filippina, che fa le pulizie in centro a Milano a casa di Notai e Avvocati, ha una precisa opinione circa gli antibiotici, dacché pensa che essi non vadano presi perché contengono spiriti maligni. Che facciamo: chi stabilisce che lei abbia torto e io ragione? Quale fonte storica o giurì?
Le traduzioni sul sito sono spesso molto puerili, banali e sempliciotte: il pressapochismo è lo sport nazionale in questo Paese, sanno tutti l’inglese e non sono capaci di tradurre verso l’italiano (la cosa più semplice) senza ripetere schemi, termini o addirittura costruzioni preposizionali dell’inglese, ovviamente chi come il sottoscritto è qualificato ha il diritto di gridare, ancora una volta, che in questo Paese il merito e la competenza non sono di casa. E questo non tanto e solo nei palazzi del potere della casta gerontocratica, ma nel cosiddetto “libero” web, libero gratuito ecc. ecc. ma che rispecchia esattamente questi disvalori. Che l’italiano medio parli come Di Pietro mi sta bene: ma in italiano “per” non corrisponde al complemento “for” ogni volta per cui se io scrivo “grazie per non fumare” in italiano è sbagliato anche se tutti ormai dall’inglese hanno preso questo “grazie per” in luogo del corretto “grazie di”. E se anche fosse scritto un milione di volte sul web da sedicenti “blogger giornalisti” è sbagliato.

Mi si chiede perché non ci pensi io a correggere, in parte ho risposto, le opinioni non si correggono, ma io ho individuato un problema e lo sto denunciando ovunque, perché come traduttore, autore e professionista posso capire che qualcuno invece di pagare per  l’enciclopedia o la traduzione professionale preferisca avere “la gazzetta del balengo” gratis, però che lettore sappia – e a questo ci penso io – che non si sta sedendo a tavola nel ristorante certificato dall’ASL ma sta per mangiare la spazzatura e i rifiuti recuperati dal bidone dell’immondizia nel retro di un altro ristorante. Un altro ristorante con pessime recensioni su trip advisor.

Ma forse neanche quelle sono autentiche .