Perché un giorno ci sia un nuovo Pavarotti

http://italians.corriere.it/2016/06/19/perche-un-giorno-ci-sia-un-nuovo-pavarotti/

Sono venuto a conoscenza della situazione dei giovani cantanti lirici italiani. Si tratta di gente che viene pagata veramente poco; ma il dato più preoccupante è che i teatri li pagano dopo un anno, a volte anche di più. Questi giovani talenti devono sostenere spese di trasferta e viaggio anche per fare le audizioni: e sono molte. Insomma, se la famiglia li mantiene per dieci anni forse hanno la speranza di proseguire; altrimenti non c’è sbocco. Possibile che non sia immaginabile un fondo pubblico o privato, una fondazione per sostenere le giovani promesse o anticipare almeno questi compensi che comunque sono dovuti? Se un giorno ci sarà un nuovo Pavarotti dipende molto anche da questo.

Il taglio fiscale va fatto adesso, non “quando e se c’è spazio di bilancio”

http://italians.corriere.it/2016/06/10/42919/

L’ex direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli ha già fatto notare qualche giorno fa come l’Italia sia l’unico paese a non essere tornato ai livelli di PIL pre-crisi. E questo nonostante la politica espansiva della BCE di Draghi. Incalzato da Vespa, il ministro dell’Economia conferma che la ricetta di tagliare la pressione fiscale al 40% del PIL è quella giusta per garantire la crescita, confermato in ciò dal fatto che l’aumento del PIL è dovuto ora all’aumento dei consumi e non dell’export, che invece ora è fermo poiché a livello mondiale l’economia frena. Padoan però aggiunge che il taglio delle tasse dipende dalla crescita stessa, invertendo la causa e l’effetto: è il taglio fiscale a generare crescita, non la crescita a consentire un taglio alle tasse. Io non credo che a far cadere Renzi saranno i ballottaggi e neppure il referendum. Sarà invece una nuova crisi economica, non importa se causata dalla Brexit o dal rallentamento dell’economia mondiale, e ormai non c’è altro da fare che tagliare la spesa pubblica in modo deciso e con essa le imposte sui redditi e sulle imprese: il tempo per Renzi è finito, e farlo nel 2018 non produrrà effetti sui consumi ma consegnerà l’Italia e il suo governo ai suoi avversari.