I matrimoni gay metafora dell’Italia che non vuol cambiare

Matrimoni gay e diritti civili: non se ne farà nulla

Nel Paese esiste una forte componente conservatrice contraria a qualunque cambiamento, a prescindere dalla tematica specifica dei matrimoni gay. Tanto più questa maggioranza è silenziosa, e tanto più è inutile lottare, poiché è da 25 anni che sento parlare di “unioni civili”, di necessario approccio moderato senza le adozioni, senza parola matrimonio, di Pacs, di Dico, di “civil partnership” alla tedesca, che Renzi in 3 mesi si è già rimangiato, ma è solo un pretesto per partire con una mediazione della mediazione che poi resa persino peggiorativa della giurisprudenza delle sentenze.

Gli italiani ce l’hanno nel sangue questa resistenza silenziosa a tutto e a tutti, e i politici sono riusciti a sterilizzare i pochi episodi epocali di cambiamento come i referendum sul maggioritario e sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Nonostante un Parlamento teoricamente favorevole ai diritti civili non interessa a nessuno che i diritti passino, neanche ai pochi politici che si dichiarano a favore e utilizzano questa tematica per prendere qualche voto in più sapendo come essa sia scomoda da trasformare in fatti.

Non siamo gli USA dove prima c’era una forte resistenza e ora il Paese è cambiato, ha preso coscienza o forse più pragmaticamente ha ragionato e si è detto “risolviamola presto e bene e passiamo ad altro”: se riusciamo a inventarci panzane tipo “non paghiamo il debito, usciamo dall’euro, e quindi dall’Europa che così risolviamo il problema con la svalutazione” – che è pur sempre un “fare qualcosa” – e su questo partiti come la Lega, il Movimento 5 stelle e altri rischiano di avere metà dei voti degli italiani alle europee, volete che non ci sia una schiacciante maggioranza in Parlamento e tra gli italiani tutti d’accordo su un “non facciamo nulla” sui diritti delle coppie conviventi dello stesso sesso?

Actually there’s no open position

http://italians.corriere.it/2014/04/05/actually-theres-no-open-position/

C’è un’azienda di Torino che ha il sito scritto direttamente tutto in inglese ed è presente anche una versione in altre quattro lingue. Italia seconda potenza d’Europa nell’export: ci sta tenendo a galla. Si dirà: un esempio di eccellenza! In realtà mica tanto: pensate a un candidato che clicca su “job opportunities” e si trova la seguente frase: “Actually there’s no open position”. Non è molto gentile dire così a un candidato alla ricerca di lavoro, sicuramente l’autore della frase intendeva dire “attualmente”, currently, at present, these days. Secondo molti esagero, ma per svoltare definitivamente fuori dalla crisi è un po’ di “germanica” precisione e accuratezza a mio modo di vedere a mancarci. Il potenziale partner ci giudica anche dalla forma. E la forma è sostanza. Ecco il link: http://www.vigel.com/en/job.php. Ed è solo uno dei tanti, tra un “informations” e l’altro.