Prima i nuovi francobolli, poi gli aumenti

http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/13_dicembre_28/Prima-i-nuovi-francobolli-_eafc8208-6f89-11e3-9ff7-0d2561b96aeb.shtml

In occasione dell’ennesimo aumento delle tariffe postali, è troppo chiedere a Poste Italiane di stampare prima i nuovi francobolli e solo dopo che tutti i tabaccai e uffici postali ne siano provvisti far decorrere le nuove tariffe? Evitare la vergognosa situazione dell’anno scorso, con uffici postali paralizzati per settimana da persone che dovevano spedire semplici lettere normalmente affrancate con i francobolli. sarebbe già un passo avanti con cui cominciare bene il 2014.

Cari Italiani lo sapevate (letterina di Natale dall’estero)

Cari Italiani lo sapevate (letterina di Natale dall’estero)

Cari italiani, lo sapevate benissimo


Cari Italiani,
lo sapevate benissimo che ci sarebbe stata con i trattati europei un’area di libero scambio, di concorrenza interna ad armi pari nell’ambito dell’Unione Europea e l’Italia ne ha beneficiato in termini di export, cosa in cui in Europa è seconda solo alla Germania, perché la seconda potenza industriale dell’Unione Europea siamo noi, è l’Italia, ed è questo che paga i nostri servizi pubblici, i nostri stipendi e le nostre pensioni.
Lo sapevate benissimo perché già negli anni ’90 esportavate in tutto il mondo la vostra moda, la vostra cultura, il vostro design, persino la vostra tecnologia e i vostri prodotti come e meglio degli altri Paesi europei, e non perché essi costassero meno per via della lira debole come si dice in giro, ma perché erano prodotti italiani e la globalizzazione c’era già ben prima dell’euro, che non è il colpevole della nascita di Globalia, ma ne è la risposta più sensata.
Sapevate che qualcuno avrebbe potuto approfittare dell’euro e “arrotondare” i prezzi, vendervi un chilo di cipolle a 80 centesimi o un euro invece di 4 o 500 lire ma, invece di cambiare fornitore, commerciante, mercato, stile di vita, e, nel caso, cosiddetti “amici”, persino per il caffè e il cappuccino avete accettato gli aumenti più vergognosi, perché siete pigri e contro il merito, la competitività l’efficienza, di cui la concorrenza è l’espressione massima, nonostante aveste e avete ancora la libertà di scegliere, perché nella vita poter scegliere è l’unica vera libertà.
E sapevate che l’Euro avrebbe garantito tassi bassi sui mutui consentendovi di essere il Paese in Europa con più proprietari di prima casa, ma che dall’altra parte avere credito non sarebbe più stata solo questione di “conoscere il direttore della banca” ma un bel rating, una cosa che si chiama “merito di credito” del progetto imprenditoriale. Ancora una volta il merito, dunque.
Lo sapevate benissimo che un’area di libero scambio, una gara ad armi pari, avrebbe indotto innanzitutto una concorrenza fiscale all’interno dell’Unione volta ad attirare gli investimenti internazionali, e che ciò avrebbe portato Google, Microsoft e altri giganti a cercare di pagare 25% di tasse in Irlanda piuttosto che il 68% massimo in Italia dove pur fatturano miliardi e guadagnano centinaia di milioni.
E sapevate che ciò avrebbe fatto scappare anche le vostre aziende in Slovenia, Svizzera e Austria, ma, appunto, concorrenza fiscale significa meno tasse per tutti non più tasse solo per i fessi che restano in Italia accettando una imposizione indecente, il che ovviamente avviene solo per chi non può e non vuole cambiare nazionalità, appunto, voi, mentre le imprese cambiano sede e nazione con una firma dal notaio.
Sapevate molto bene che prima o poi qualcuno avrebbe chiesto il conto del debito pubblico, quando fin dagli anni ’90, ben prima dell’euro, svalutazione o meno, per cercare (inutilmente) di guadagnare più dai tassi di interesse argentini, australiani o sudafricani avete obbligato il Paese a vendere il debito pubblico a investitori istituzionali internazionali, soggiacendo alle condizioni di questi.
Sapevate tutto questo e molto altro, come sapete benissimo che Europa o non Europa, Euro o non Euro, tra un pifferaio incantatore ieri e un guru della comunicazione domani, il futuro significa solo nuove sfide, problemi, crisi e cambiamenti senza alibi o facili capri espiatori o soluzioni fai da te. E tanto lavoro, sacrifici e fatica. Nel futuro come è stato nel passato per i nostri genitori, i nostri nonni che, grazie ai loro sacrifici, ci hanno pur sempre lasciato un Paese tra i più progrediti e benestanti al mondo.
Buon Natale, Italiani.
PS alla letterina: una Signora americana in risposta a questa letterina mi ha inviato il seguente modo di dire “In Italy everybody marches to the beat of a different drummer”. Merry Christmas, Italians!

Dismissioni subito per abbattere debito

Nel dibattito con gli altri candidati alle primarie del PD, Matteo Renzi fa bene a parlare di dismissioni di immobili più che di quote di società pubbliche.
Citando uno studio dell’Università Bocconi, e altri, il 25 novembre su Corriere Economia si parla di un patrimonio pubblico di 615 miliardi di cui 380 immobili di enti locali e 60 miliardi di enti di Stato. http://archiviostorico.corriere.it/2013/novembre/25/Privatizzazioni_ricca_cassaforte_del_governo_ce_0_20131125_4dd2c6be-559d-11e3-a307-71a992df3b4e.shtml
Dopo i rinvii di Mario Monti ora quelli di Saccomanni: è tanto chiedere al Premier Letta perché non si abbatta subito il debito con una corposa dismissione di immobili?
Dismettendo 100 miliardi si abbatterebbe il debito del 5 per cento e solo con il risparmio di interessi, tra debito e spread minori, si potrebbe ricavare molto di più dei “12 miliardi in tre anni” di qualche quota delle partecipate pubbliche.