
Il nome di questa collana, i champion, da cui è tratto questo bel libro sulla case history di casi di aziende italiane di successo nel settore BtoBtoC non potrebbe essere più adatto per esprimere bene il contenuto di questo testo: Il Marketing dei Terzisti, non solo Brembo, i casi Manteco, Zordan, Pietro Fiorentini e Lem a cura di Maria Grazia Fusilli.
E questo Marketing si sintetizza bene con il concetto che il terzista, termine riduttivo, è in realtà l’ufficio tecnico e di Ricerca e Sviluppo (e innovazione!) del cliente azienda, spesso grandi nomi di vari settori, per cui lavora. I casi di successo raccontati, con un breve ma efficace story telling delle famiglie e degli imprenditori, Manteco, Zordan, Pietro Fiorentini e Lem descritti mostrano bene questo concetto.
Ecco alcuni spunti interessanti del testo che riassumo in modo molto breve ma, a mio parere sufficientemente indicativo di ciò che accumuna questi casi di successo:
- Il cliente si può “istruire” guidare e orientare: lo sforzo dell’azienda terzista è quello di trasformare come detto il rapporto da pura fornitura (spesso fatta al buio senza essere coinvolti, con nessuna pianificazione) in consulenza vera e propria. Gli esempi nel libro nel merito sono illuminanti: spesso il sistema prodotto di valore si stravolge anche con poche mosse dando al cliente le armi per vincere sul suo mercato che in questi casi è spesso oltre 80% un mercato internazionale.
- Fare Marketing non è fare depliant: un errore molto diffuso pensare davvero che sia solo comunicazione e pubblicistica, l’attività più critica del Marketing che in realtà è il cuore, il motore, grazie a un CRM dinamico e stratificato, definito giustamente “una fabbrica di dati” propositivo e misurabile nella capacità di fare Lead, di tutta la strategia aziendale che si esprime con la capacità di segmentare il mercato e trovare la propria nicchia o parte difendibile
- Il Prezzo non fa la competitività: anzi, provocatoriamente (e di provocazioni ce ne sono tante in questo prezioso libro) la sfida è allontanarsi dalla competizione di prezzo, nel solco delle antileggi del lusso che ho presentato in un altro contributo https://gianluigimelesi.com/2022/07/10/400-mila-auto-storiche-fiat-500-modello-1957-in-circolazione-lunga-vita-al-lusso/ e che hanno il pregio di essere un misuratore della capacità e realtà dell’azienda terzista di creare vero valore per il cliente.
- EBITDA come misuratore dell’eccellenza: la conseguenza del primo e del secondo punto è che nell’ottica del gioco win-win, cioè creo valore per il cliente azienda che me lo riconosce a sua volta è la capacità di generare multipli di valore e margini, liquidità per l’azienda, per gli incentivi ai collaboratori commisurati all’EBITDA stesso. Anche in questo caso una interessante provocazione (ma neanche tanto tale): i margini sono più importanti dei volumi.
Di tutte queste attività l’azienda deve dare visione in una politica di comunicazione che dimostri come l’azienda ha una identità, una missione, un sistema valoriale fatto come detto di dipendenti incentivati, soddisfatti, che accettano la sfida della continua innovazione per il committente, fatto di certificazioni sociali e di sostenibilità ambientale e sul territorio come la SB Società Benefit, fatto di azioni di charity sul mercato, fatto di iniziative come il museo aziendale e pubblicazioni di libri come quello di cui parliamo frutto di relazioni, interventi, contribuiti e azione dell’imprenditore stesso.
Questi e molti altri spunti emergono dai quattro casi aziendali illustrati in questo pure breve volumetto. Il resto su altre aziende di successo come queste che ho seguito in 30 anni di attività di Project e Temporary Management in molti settori, posso raccontarlo a chi vorrà contattarmi per avviare una collaborazione. Ovviamente di valore!
gianluigi@gianluigimelesi.com
